ricomincio da casa

Sguardo sul 2020

20 Marzo 2020

Dunque il mondo si fermò all’improvviso.
E con esso anche io. Tutti noi. All’improvviso.
Quello che conoscevamo non esisteva più, da un giorno all’altro.
La libertà, il lavoro, le uscite, la vita sociale…. Niente più.
Sembra l’inizio di un film di fantascienza, eppure sta accadendo.
Nessuno di noi sa dove porterà, a cosa porterà, quando finirà, ma soprattutto, SE finirà.
Ci interroghiamo tutti dandoci risposte diverse, spesso contrastanti, a volte simili.
Cerchiamo di penetrare gli strati di ciò che sta accadendo, provando a sviscerare la verità, la realtà sotto tutto ciò che ci dicono. Sotto le manipolazioni, i filtri, le distorsioni con cui ci comunicano le cose.
Sembra ci stiano facendo il lavaggio del cervello, giorno dopo giorno, isolandoci, mettendoci l’uno contro l’altra, infondendoci paura, paranoie, rabbia, depressione.
“Andrà tutto bene”, dicono, ma non sarà così in ogni caso.
C’è qualcosa di molto più grande di tutti noi, che si nasconde dietro tutto questo.
Non abbiamo gli strumenti per capire cosa stia accadendo. Alcuni sostengono sia solo il virus, pensano finirà con il virus.
Mi piacerebbe, forse, essere tra loro. Mi piacerebbe fosse come dicono loro.
Ma non riesco a crederci.

Mi sono fermata anche io, finalmente.
Non riuscivo a farlo. Serviva la pandemìa per fermarmi.
Come per molti altri di noi.
Un decennio finito in modo a dir poco disastroso, tutti confidavamo nel 2020.
Era una promessa di rinascita per tutti noi.
Ed ora sembra solo l’inizio della fine. La fine della vita che conoscevamo e che, in fondo, non sapevamo di amare. C’è voluto poco per capire che potremo solo rimpiangere ciò che era.
D’ora in poi dovremo confidare sulla nostra capacità di adattamento.
Ma è giusto che sia così?
Ci renderanno schiavi impauriti, ciechi, succubi, rabbiosi, diffidenti?
Giocando con le nostre vite come fossimo ad un circo, ci manovrano come vogliono infondendo in noi sentimenti programmati.
Se questo era stato già deciso è il prodotto dello studio di anni.
Non sono ingenui come si pensa. Hanno previsto la reazione psicologica delle masse, sanno come prenderci e come istigare in noi dubbi e perplessità.
Ma la paura e l’odio sono il perno di tutto.
Quando ci avranno divisi ed isolati e avremo paura l’uno dell’altra, il gioco sarà fatto.
Ci avranno levato ogni presa sulla nostra vita, sui nostri rapporti, sulle nostre scelte.
Quale modo più semplice di dominarci. Un gregge sparpagliato in una distesa infinita.
Forse i social riusciranno a ridurre, a combattere le distanze?
Potrebbero privarci anche di quello. Potrebbero abbattere la rete che ci tiene ancora virtualmente uniti.

Non riuscivo a fermarmi.
Non riuscivo ad affrontare me stessa. Avevo voglia di rimandare. Ora non posso più.
Non possiamo più rimandare.
Chi di noi è rimasto chiuso da solo, dovrà affrontare se stesso. Imparare ad amarsi, altrimenti soccomberà prima degli altri.
Altri che sono rimasti chiusi in coppia, dovranno affrontare il rapporto con l’altro. Dovranno amarsi reciprocamente e aiutarsi, darsi conforto. Altrimenti si uccideranno tra loro.
Chi è rimasto in casa con più persone dovrà sperimentare la tolleranza. Altrimenti ci sarà una strage.
Tutto questo forse ci renderà più forti.
Ci porterà a riscoprirci con i nostri limiti e le nostre possibilità interiori.
Mi piace pensare che potrebbe andare così.
Non riuscivo a fermarmi e continuavo ad uscire, evadere, bere, scappare.
Non riuscivo più a stare dentro casa da sola.
Sono qui da 4 giorni. Fortunata, perchè per ora il mio isolamento è stato breve rispetto a quello di molti altri.
Ho sempre la scusa di mia madre per poter uscire da qui.
Ma devo guardare dentro me stessa. Devo ritrovarmi, se non voglio sprofondare.
Per ora me la sto cavando bene, meglio di quanto avrei creduto.
O forse non è vero. Forse, in fondo, ho sempre continuato a credere in me stessa. Forse sapevo di poter stare sola, ma non avevo voglia di ricordarmelo.
Perchè comunque fuggire da me stessa, dalle mie domande, dai miei pensieri, mi sembrava più semplice finchè era possibile.
Torniamo alla casa viola, con un semplice incenso.
Torniamo a quasi 20 anni fa. Ore, giorni, settimane, sola nella casa viola, quando non esisteva internet e non avevo neanche la televisione. Quante ore consecutive ho passato da sola e con Carling, all’interno di quelle pareti colorate con lo stesso profumo di incenso. Non si sarebbero potute contare. Ero in grado di isolarmi giorni senza provare la minima ansia. Anzi, mi sentivo libera tra quelle mura, quando mi affacciavo e vedevo il mare.
Passavo ore a scrivere e a sciogliere candele. E per comunicare con gli amici c’era solo la semplicità di una telefonata. Nessuna chat, nessuna videochiamata.
Il potere della scrittura mi salvava da tutto. Faceva defluire tutti i miei pensieri, li rendeva consistenti, reali, affrontabili. Mi svuotava dal dolore e dalle paure.
Per questo ora sono di nuovo qui a scrivere. Mi riaffido alla mia ancora di salvezza, cerco di ritrovare ciò che ero tra le righe.
So che solo lei può darmi forza.
Perchè è vero, sono terrorizzata da ciò che sta accadendo, come tutti, chi per un motivo chi per un altro.
Posso solo riagganciarmi a me stessa per non affogare, per cercare di rendere di nuovo costruttivo questo tempo, per sentirlo dentro che mi attraversa senza lasciarlo privo di contenuto.
Ad oggi la sensazione di averne perso già troppo è ancora più forte.
Ora che meno che mai ci è dato sapere che ne sarà del tempo delle nostre vite.
Ne saremo ancora padroni dopo ciò che sta succedendo?
Nella casa viola non c’era solitudine. Mi piacerebbe potermi affacciare e rivedere quel mare.
Rivedere i miei 20 anni e la forza che avevo. Ma so che posso ritrovarla.
Ora devo ritrovarla, perchè non c’è più tempo per scappare ancora.
La mente ha il grande potere di renderci liberi anche se apparentemente non lo siamo.
É fatta per creare, quando glielo permettiamo, quando la rimettiamo in moto.
Dovremmo cercare di usare questo tempo per riattivarla, per ricordare chi siamo, sepolti dietro alla frenesia che fino ad ora ci ha attanagliati.
Questo è ciò che di buono può uscire fuori da questa situazione.
Bisogna cercare di capire il più possibile cosa significa tutto ciò, altrimenti ci coglieranno impreparati e sarà troppo tardi. Non potremo più fare nulla e anche l’idea della ribellione non avrà più sostanza.
Ne saremo capaci?

Sento uccellini fuori che cantano come nulla fosse. Un silenzio a cui non ero più abituata da quando vivo in questa casa. Sento la primavera che entra dalla finestra aperta.
Il caldo non dovrebbe uccidere il virus? Se è così, saremo tutti salvi a breve e pronti per vivere l’estate.
Sarà altro da cui dovremo guarire.
Il silenzio e il cinguettìo emanano un senso di pace che da molto non provavo. Fa venire voglia di addormentarsi dolcemente, di sentire la brezza sul corpo.
Non voglio essere privata della primavera, dell’estate, della libertà.
Nessuno di noi vuole. Che senso avrebbe, poi, vivere una vita da reclusi per la paura (che vogliono infonderci) della morte? Veramente la morte ci terrorizza così tanto che una vita in gabbia sarebbe preferibile?
Ognuno si dà ovviamente la propria risposta. Possiamo sfruttare questo tempo, ma non può diventare l’unica realtà che ci rimane. Questo non avrebbe senso. Morti dentro pur di non morire fisicamente. Questo infine sarebbe.
Siamo anime – o come si voglia dire – prima che corpi.
Dobbiamo cercare di non dimenticarlo.
Se la nostra mente verrà contagiata, allora sì che non avremo più scampo.

Sento gente che mi dice che quando passerà andremo al mare a mangiare. O in un parco a fare un pic nic.
Spero abbiano ragione. La vedono come una cosa che accadrà presto. Pensano che tutto sarà come prima.
Forse è la mia mente che complica le cose. La mia e quella di pochi altri.
C’è chi è preso a scannarsi su facebook per il diritto o meno di uscire per pochi metri. Chi si concentra sul’idea che finirà presto. Chi è terrorizzato dall’ipotesi di essere contagiato. Chi pensa (come me) a qualche complotto per ridurci ad automi.
Non ci è data la facoltà di sapere come sia.
Ho sempre “invidiato” chi pensa di conoscere la realtà delle cose.
In questo caso mi è ancora più evidente, dopo aver passato quasi 40 anni a farmi domande sulla verità.

Dovrebbe essere il momento più bello dell’anno…. sono le 18:15 e ancora c’è luce.
Settimana prossima cambiano l’ora. Le giornate si allungano ed in genere è promessa di rinascita.
Sento le mie amicizie soffrire. Io cerco di farlo il meno possibile, di concentrare la mente su propositi e progetti. Ma è doloroso sentire anche la solitudine e sofferenza altrui. La comune era la soluzione, io l’avevo detto!
Mi chiedo come ne usciremo tutti psicologicamente. Dobbiamo essere forti e sostenerci.
La luce in ogni caso aiuta ad affrontare meglio tutto.

2 risposte

  1. Rosaria de Nuzzo

    Credo che ciò , sia passato nella mente di ogniuno di noi , con la consapevolezza che tutto è paurosamente vero !!!!

    • arifreflodacasa

      Ciao Rosaria,
      che piacere ritrovarti sul blog!
      Sì, per la prima volta, almeno nella mia esperienza, ci ritroviamo tutti a condividere le stesse paure, le stesse domande e le stesse consapevolezze. Come un filo nascosto che più che mai lega tutti da una parte all’altra del pianeta.
      Mi viene da riflettere sul fatto che è talmente più grande di noi che ci vorrà tempo per metabolizzare tutto. Forse però ci unirà più profondamente, proprio perchè è condiviso. Non si parla più del singolo, ma di tutta l’umanità che attraversa un momento di crisi e cambiamento. Speriamo che queste nuove consapevolezze rendano la trasformazione più che mai positiva, ricordandoci quali sono le cose che realmente hanno valore nella vita.
      Ti abbraccio

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