Non so voi ma io sto buttando un quantitativo industriale di cose da quando siamo alle prese con il Coronavirus.
Ovviamente Coronavirus in maiuscolo perchè ormai ci è talmente familiare, vicino, al centro di tutti i nostri pensieri e discorsi che pare sia diventato il nostro migliore amico. Quindi bisogna averne rispetto! È arrivato nelle nostre misere vite per ricordarci di quanto abbiamo abusato della natura, per renderci più buoni e solidali, anche più riflessivi ricordandoci quali sono le cose importanti della vita. Ci ha fatto capire che veramente non bisogna dare nulla per scontato. Ti ringraziamo di cuore! Ma ora anche basta, altrimenti butto tutto ciò che ho in casa.
Insomma fatto sta che stando da sola, come molti di noi, mi è presa una smania irrefrenabile di eliminare cose e fare spazio. Cose che indubbiamente avrei dovuto buttare da una vita e che mi sono trascinata dietro, sempre per questo mio spasmodico e per niente sano attaccamento al passato. Basti pensare che ho ritrovato una collezione di tessere dell’autobus del 1996/97. (Giuro, ne ho la prova).
Ora sono nella spazzatura! Dopo più di 20 anni le ho buttate. Stento quasi a crederci.
Ho buttato tutti i quaderni di appunti e le dispense fotocopiate dell’università (ovviamente non i libri). Lo so è un peccato, ma quando mai nella vita avrei riletto gli appunti dell’università? Non lo ho fatto per 15 anni.
Sto cercando di dividere i vestiti: quelli da eliminare e quelli da conservare per un riuso creativo (perchè abbiamo capito che può sempre essere utile conservare cose da riutilizzare per i momenti brutti!).
Ho buttato tazzine mezze rotte, pentole non più antiaderenti, mobiletti da esterno arrugginiti, cose ammuffite che erano in cantina… Ho ritrovato reperti archeologici di mio nonno che però ho conservato.
Il Samsung no, non lo ho buttato.
Accendo vecchie candele in attesa che si finiscano di consumare.
Cerco di fare spazio tra casa e cervello, di sentirmi alleggerita da ciò che è superfluo, di riuscire a respirare meglio dentro quattro mura. Sta funzionando? Mi sembra che sia sempre più difficile.
In realtà cerco di allontanarmi dal passato, di comprendere appieno che è ora di lasciarlo andare, di cambiare, di ricominciare. Perchè essere costretti a stare soli ore e ore a riflettere, rimette in discussione tutto. Sicuramente è positivo, ma a lungo andare inizia a sembrarmi un circolo vizioso.
Quando inizierà l’agognata nuova vita? Il primo cambiamento avviene all’interno… sì, ok, anche questo ho avuto il tempo di capirlo. Cos’altro potrei buttare per sfogarmi e sentirmi meglio? Cosa potrei scrivere di ciò che provo o sento che non sia già stato scritto?
Siamo animali sociali e la mancanza di interazioni può far bene per un po’ ma non perpetuarsi troppo a lungo. Le videochiamate non possono compensare l’assenza di un sorriso, un bacio, un abbraccio.
Quando smetto di aggirarmi per casa cercando cose da buttare, mi soffermo sul nostro possibile futuro. Mi sa che l’oroscopo del Sagittario inizia ad avere ragione. Scalpito dentro di me, perchè non ne posso più adesso!
Credete finirà il 4 maggio? Si accettano scommesse!
Così, dopo aver finito di scrivere la parte precedente, ho ben deciso di scendere nuovamente in garage, proprio perchè dentro casa non so più bene che potrei trovare da buttare. I garage invece, si sa, riservano sempre mille sorprese nascoste e non esauriscono mai la mole di cose inutilizzate da anni che si potrebbe smaltire. Soprattutto quando, tuo malgrado, ti viene lasciato pieno di spazzatura. Non c’era fretta per svuotarlo, ma questa esperienza ci ha insegnato anche che non bisogna mai rimandare al domani ciò che si può fare oggi. Perchè, non si sa mai, all’improvviso potrebbe arrivare una pandemia a bloccare tutto. Ed ecco che il mio garage è strapieno di cose non mie da eliminare.
Dovrei dire “grazie”, perchè potrebbe tenermi impegnata anche per un altro mese in questa che ormai è diventata la mia occupazione preferita.
Diciamo che però questo frenetico “buttare” mi dovrebbe servire a fare spazio nella mia vita e ad alleggerirmi dal mio passato. Quindi non sono sicura che buttare cose altrui possa avere la stessa funzione catartica. Sicuro mi tiene occupata ugualmente!
Ketty
Io sto buttando meno di quello che vorrei. Ma io non sono un’accumulatrice. Ho sempre la valigia pronta, ho bisogno di fare fagotto in fretta. Anche se negli ultimi anni mi sono lasciata andare.
Più che altro ho il problema di dove buttare. Sono una fissata della differenziata e avrei bisogno di buttare tecnologia antiquata o anche olio di frittura vecchia!!!
Per il resto, sai che il tempo è veramente una salvezza. Te ne rendi conto solo dopo che è passato. L’anno scorso avevo messo via delle camicie a quadri da contadina, acquistate per motivi di regia. Le ho odiate e messe in una scatola in attesa di portarle in un posto consono, che non è successo. Adesso le ho ripescate e le guardo anche con commiserazione per il regista. Le indosso e mi fanno sentire Superman.
arifreflodacasa
Io ho conservato le mie magliette dei Queen di quando ero adolescente… Tutte lise, consumate e scolorite! Forse con quelle anche io potrei sentirmi Superman, dovrò provare! Per il resto, oggi ai cassonetti della spazzatura ho tentennato per un attimo. Ma poi ce l’ho fatta, ho lasciato andare una parte che me, che comunque rimane nel mio cuore ma forse ora peserà un pochino meno!
Vittoria De Raymondi
Io invece sono una che purtroppo non ha più nulla da buttare. E, nonostante mi sia liberata di tutto il superfluo, dentro di me regnano il caos ed il disordine più assoluto. È la terza volta che ricomincio la mia vita da zero. Quando ho abbandonato la mia adorata vita in campagna, il mio lavoro, con la mia bellissima casa ed i miei 15 anni di matrimonio, nel trasferirmi a Casalpalocco, portai con me solo i 5 figli, 2 cani su 3 ( uno sono stata obbligata a regalarlo) 1 gatto su 10, gli altri sono finiti nelle ville del vicinato, l’acquario con i pesci, ed un topino. Tutto il resto di ciò che possedevo, mobili antichi, quadri, attrezzi agricoli, allestimenti da catering ( organizzavo matrimoni e ricevimenti nella mia villa), ombrelloni, tavoli, sedie etc etc etc è andato tutto perduto, compresa la villa. Tante cose ho deciso di abbandonarle proprio perché era un dolore troppo grande fare i conti col passato e volevo eliminare qualsiasi possibile ricordo. Per me, che ero quella che si può definire un'”accumulatrice seriale” quest’atto di abbandonare tutto, voleva essere liberatorio, mentre col senno di poi posso dire che sia stato un ennesimo trauma. Da allora vivo solo alla giornata. Mi sono trasferita a Malaga due anni fa’ portando con me solo i figli, i soliti cani, il solito gatto. I pesci li ho liberati, il topino pure. Mai avrei immaginato nella vita di trovarmi ad affrontare una pandemia. Non adesso, non qui, non così. Mai avrei immaginato che la mia vita sarebbe stata travolta da un ennesimo tsunami che al suo passaggio distrugge ed azzera tutto… un’ altra volta. Se potessi disfarmi di qualcosa, getterei tutte le mie ansie, le mie preoccupazioni e tutto ciò che in questi ultimi anni mi tormenta. E poi quegli scontrini in fondo alla borsa.
arifreflodacasa
Cara Vittoria, è molto toccante ciò che hai scritto… Mi si è stretto il cuore nel leggerlo. Ultimamente (anche se purtroppo solo virtualmente) ho notato che abbiamo gusti e pareri affini. Mi dispiace non esserci conosciute meglio quando ero a Malaga. Anche io inizio a fare una certa fatica ad affrontare questa situazione. Negli ultimi mesi, prima della pandemia, mi erano accadute cose piuttosto “dolorose” e c’erano già stati dei cambiamenti forti. Pensavo che questo 2020 potesse essere un anno di rinascita. Eppure questi giorni mi sento molto confusa perchè, più questa situazione si protrae, più mi sembra di perdere il controllo rispetto al mio futuro. Non so più bene in che direzione andrà, anche lavorativamente parlando. Indubbiamente è stato un periodo di grande riflessione e analisi interiore, ma certo anche di frattura. Devo “ricompormi” e capire che strada prendere. Continuiamo a tenere duro e cerchiamo di intravedere la fine di questo tunnel…