Cerchiamo di dare tutti del nostro meglio in questa Quarantena. Che poi “quarantena” non è. È isolamento.
Cerchiamo di reagire, ognuno a proprio modo. Ci prova chi è solo, ci prova chi è in coppia, ci prova chi condivide casa.
Se ci avessero dato la possibilità con un minimo preavviso, forse ci saremmo potuti organizzare per riunirci in una casa con degli amici. Almeno chi è rimasto da solo.
Indubbiamente ha i suoi lati positivi passare questo periodo per conto proprio. Ma a lungo andare può anche pesare. Arrivano i momenti in cui non basta più una telefonata, una videochiamata o il continuo aggiornarsi in chat. Aggiornarsi sulle grandi novità che la vita ci offre in questo periodo.
A volte arriva il giorno down. Quel giorno in cui sale la tristezza, la malinconia, la paura per quello che accadrà. Cosa diventeranno le nostre vite? Torneremo mai ad avere ciò che avevamo? Tante e tante domande senza risposta.
Oggi è il mio giorno down. O meglio, il mio tardo pomeriggio down. Il resto della giornata è andato bene, concentrandomi su tante cose che sto facendo, con buoni propositi di cambiamenti per il futuro. Eppure ora mi è salita la tristezza. Vorrei vedere un amico, un’amica faccia a faccia. Chiacchierare di persona davanti un bicchiere di vino. Condividere uno spazio.
Non voglio scatenare polemiche, ma non sono per niente sicura che ciò che stiamo subendo abbia un reale senso. Un popolo impaurito, separato, diffidente è molto più semplice da controllare e soggiogare. Ci stanno riducendo a questo e le nostre vite non torneranno quelle di prima. Questo potrebbe essere positivo, se da questa esperienza potessimo trarne solo degli insegnamenti positivi. È quello che speriamo, quello che ci diciamo ogni giorno per superare al meglio un’ora dopo l’altra. Proviamo ad essere costruttivi, creativi, impegnati. Ci distraiamo dicendoci che “andrà tutto bene”.
Eppure qualcosa proprio non mi quadra. Per non soccombere alla depressione teniamo il cervello costantemente in movimento e ci arrendiamo al fatto che tutta questa situazione è per il nostro bene e che è solo di passaggio. Finirà, ne trarremo i nostri insegnamenti e torneremo a vivere come prima ma più consapevoli. Voi credete che andrà così? Perchè io purtroppo no.
Non voglio deprimere chi mi leggerà, ma condividere le sensazioni e i dubbi che mi attraversano. Vorrei sapere gli altri cosa provano.
Perchè questo blog nasce per condividere, per aiutarci reciprocamente ed esprimere i propri pensieri così come la propria arte. Anche per sfogarci.
Ogni riflessione positiva o negativa, allegra o triste, alla fin fine è costruttiva. Ci aiuta a guardare in modo “critico” ciò che sta accadendo. Intorno e dentro le nostre vite. Sembra una situazione sospesa ma la fine appare sempre più lontana, proiettata avanti di quindici giorni in quindici giorni.
Vorrei un bicchiere di vino, ma il mio down è arrivato troppo tardi e i supermercati stanno chiudendo. Quindi ingoierò il down e non il vino, magari con uno stuzzichino vicino a mo’ di aperitivo!
Tra poco se ne andrà di nuovo via.
Ketty
❤️
Ti ho “ascoltata” con attenzione e con piacere. Hai fatto bene ad aver esternato i tuoi sentimenti. Non è vero che stiamo sempre tutti in hype. O almeno non io, anche se ci provo a dare un’immagine di me che lo sia. Perché credo che l’effetto cascata sia dietro l’angolo. Se molla uno, ho paura che cominciamo a mollare tutti. Quindi trattengo lacrimucce, la voglia di evasione, la voglia di toccare altra pelle che non sia la mia.
Leggevo da qualche parte che prima di ora eravamo ridotti a lavoro e distrazione. Ora ci stanno costringendo a guardarci dentro, ed io lo penso spesso che sia un esperimento sociale. Chi sopravvive, chi si rinnova ora vince tutto. Il rinnovamento è già cominciato. Ed io mi voglio proprio augurare che le nostre vite non tornino le stesse. Non parlo di ristoranti a distanza e di concerti stile drive in.
Spero di uscirne più pulita, più in sintonia con me, con la soddisfazione di aver, se non superato, almeno individuato qualche mio limite e alla ricerca di un modo per affrontarlo. Voglio lavorare sui miei sogni, su quello che ho e su quello che vorrei. Su come vorrei esaudirli e che passi posso muovere per farli diventare sempre più veri.
Oggi mi sento così. Metto le mani avanti, che a breve mi viene il ciclo e darò di matto. Ma intanto grazie per avermi dato la possibilità di esprimere il pensiero del qui ed ora.
arifreflodacasa
Grazie a te, Ketty, per avermi letta e aver risposto con le tue considerazioni! Sono d’accordo con te, chi si rinnova ora “vince”. Questo vale in qualunque momento, bisogna sempre essere predisposti a cambiare ed evolversi. Una vita “statica” a livello interiore non avrebbe molto senso.
Questo momento sicuramente ha messo tutti noi davanti a limiti, paure e riflessioni. Personalmente sto cercando di affrontare dentro di me questi ultimi mesi che, come sai, erano già intrisi di cambiamenti prima della pandemia. Ma fuggivo e correvo, rimandando il momento in cui li avrei affrontati. Non credo di aver sbagliato a farlo, a prendermi del tempo. In ogni caso la pandemia è arrivata e ho dovuto guardarMI in faccia e affrontarMI! E sicuramente tutto questo, alti e bassi compresi e più che umani, darà i propri frutti!